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Sono trascorsi novant'anni da quando Sigmund Freud intitolň il suo saggio sulla religione "L'avvenire di un'illusione". Oggi quell'«illusione» non ha assunto affatto connotati residuali. Anzi, in suo nome si continua ferocemente a ... celý popis
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Sono trascorsi novant'anni da quando Sigmund Freud intitolň il suo saggio sulla religione "L'avvenire di un'illusione". Oggi quell'«illusione» non ha assunto affatto connotati residuali. Anzi, in suo nome si continua ferocemente a versare il sangue, confermando la sentenza di Lucrezio sugli atti scellerati a cui puň indurre. In un contesto dominato dalle cronache dell'efferatezza fondamentalista e polarizzato tra gli opposti fanatismi di chi brandisce un credo e chi si appella a pregiudiziali antireligiose, la voce di Salvador Giner si distingue innanzi tutto per la sua ispirazione: un mite umanismo laico, una terzietŕ guidata dal principio di cautela, che si rivela perň di grande potenza riflessiva nel formulare con chiarezza gli interrogativi essenziali, senza cedere alle semplificazioni di chi estrapola tendenze passate per proiettarle sul futuro. Piů che prendere posizione nel dibattito sulle basi neurologiche innate o sulla acquisizione culturale della fede, Giner ragiona sulle ambivalenze della credenza, sulla non-linearitŕ del «disincantamento del mondo», sul rapporto tra declino dei culti e presenza di religiositŕ secolari, sulla compatibilitŕ tra modernitŕ avanzata e fede nel soprannaturale - e quindi sulla plausibilitŕ di una secolarizzazione integrale -, e su chi abbia titolo a ritenersi tollerante. Proprio quell'umanismo che «non mette in discussione la veritŕ della dimensione simbolica e mitica» aiuta a comprendere il senso complessivo della devozione nella societŕ odierna, e a ipotizzarne il peso nel mondo di domani.
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